Jean Racine, biografia (2024)

Biografia

Letterato e drammaturgo francese, Jean-Baptiste Racine è considerato - insieme a Pierre Corneille - il più importante esponente del teatro tragico francese del Seicento. Jean Racine nasce il 22 dicembre del 1639 a La Ferté-Milon, primogenito di Jean e di Jeanne, entrambi giansenisti. Cresciuto con la sua nutrice, complice la morte della madre avvenuta nel 1641, dopo la morte del padre nel 1643 viene affidato ai nonni paterni, che gli concedono l'opportunità di studiare sotto l'ala protettrice di prestigiosi ellenisti, grazie ai quali si avvicina ai classici greci.

Trasferitosi a Parigi con l'obiettivo di seguire gli studi filosofici, entra alle Petites Ecoles di Port-Royal. Nello stesso periodo è vittima di un incidente, venendo colpito - in occasione di un tumulto causato dalla Fronda - sopra l'occhio sinistro da una pietra. La ferita gli lascia una cicatrice che resterà evidente per sempre.

Dopo aver studiato al collegio di Beauvais tra il 1653 e il 1655, torna a Port-Royal con l'intento di completare la propria formazione retorica, e dal 1656 si fa seguire da Jean Hamon, un medico giansenista. Ancora adolescente, Jean Racine scrive i suoi primi testi, vale a dire inni di carattere religioso.

Dopo essere uscito dal collegio va a vivere a Uzès da uno zio, vicario generale della diocesi intenzionato a garantirgli un beneficio ecclesiastico. Tuttavia nel corso del tempo Racine si allontana dalla rigida formazione giansenista con cui lo si vuole educare, avvicinandosi - invece - alla vita mondana dell'epoca.

Dopo avere composto, per le nozze di Luigi XIV, "La Nymphe de la Seine à la Reine", dedica al re anche l'"Ode sur la convalescensce du Roi". A ventitré anni, poi, riesce a entrare a corte con il tramite del duca di Saint-Aignan, e compone "La Renommée aux Muses". Alla fine del 1663 ha pronta "La Thébaide ou les frères ennemis", tragedia che l'anno successivo Molière porta in scena nel suo teatro.

Sullo stesso palcoscenico nel 1665 viene recitata un'altra tragedia di Jean Racine, intitolata "Alexandre le Grand" e caratterizzata da uno spirito romanzesco e avventuroso. Nel frattempo egli decide di allontanarsi dai maestri di Port-Royal, prima di scrivere una lettera satirica, denominata "Lettre è l'auteur des Hérésies imaginaires et de deux Visionnaies", in cui si scaglia contro chi giudica gli autori di teatro in modo negativo.

Nel 1667 trionfa sia sulle scene di corte che di fronte al pubblico dell'Hotel de Bourgogne con l'"Andromaque", capolavoro nel quale vengono intuiti i segni di una nuova arte. A interpretare il ruolo della protagonista è Mademoiselle Duparc, amante di Racine.

Quest'ultimo nel 1668 realizza "Les plaideurs", commedia satirica che ironizza su chi ha l'abitudine di litigare sempre. Poi completa, l'anno successivo, "Britannicus", una grande tragedia romana. Divenuto rivale di Pierre Corneille, prima della recita dell'opera "Tite et Bérénice", composta dal suo avversario, porta in scena "Bérénice" aggiudicandosi la gara.

Successivamente, all'inizio degli anni Settanta lavora a "Bajazet" e "Mithridate", due tragedie di argomento orientale. Entrato all'Académie française, Racine mette in scena alla corte di Versailles l'"Iphigénie" e, più tardi, la "Phédre", tragedia ritenuta l'opera più significativa dell'autore, ma anche la più discussa.

Nel 1677 Racine lascia il teatro e si riavvicina a Port-Royal, per poi sposare Catherine de Romanet. Scelto come storiografo del re, nel 1685 compone l'"Idylle sur la paix", e in seguito decide di scrivere "Esther" e "Athalie", completate rispettivamente nel 1689 e nel 1691. Sono due tragedie di argomento biblico portate a termine per assecondare i voleri di Madame de Maintenon, protettrice di un collegio - quello di Saint-Cyr - in cui poi le opere vengono recitate. Nel 1694 è la volta dei "Cantiques spirituels", collegati e ispirati ai cori dell'"Athalie".

Negli ultimi anni della sua vita Racine si concentra sulla prosa storiografica con l'"Abrégé de l'Histoire de Port-Royal", mentre è circondato dall'affetto dei suoi cari e si dedica all'educazione dei suoi sette figli. Nel 1688, comunque, ha il tempo per scrivere gli "Hymnes du Bréviaire roman", seguiti nel 1692 dalla "Rélation de ce qui s'est passé au siège de Namur". Ricevuta, nel frattempo, la carica di Gentilhomme ordinaire de Sa Majesté, trascorre la parte conclusiva della sua esistenza a Parigi: è qui che Jean Racine muore il 21 aprile del 1699, all'età di cinquantanove anni. La sua salma viene seppellita a Port-Royal des Champs.

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